Verter Casali e il pensiero storico: educare alla consapevolezza dei valori e delle radici del Paese

Studi scrupolosi, esperienze professionali maturate nel settore privato e in quello pubblico, nonché un’innata curiosità per le arti nelle sue diverse forme, hanno forgiato la caratura del Sammarinese d.o.c. Verter Casali, uno dei più conosciuti e apprezzati professori di storia e filosofia del recentissimo passato, appena da qualche anno in pensione.

Il suo legame con la carta stampata è testimoniato dall’apertura della prima libreria in Repubblica, la Cosmo, gestita con la moglie quasi per vent’anni, ma i libri, Verter, non si è accontentato di leggerli e venderli, ha ben pensato di scriverli, unendo alcune delle sue passioni: la storia, la ricerca e la scrittura.

Fare ricerca storica, staccarsi dalla realtà del presente per entrare in un’altra, collocata nel passato, e di quella realtà ricostruirne fatti, ambienti, personaggi, è sicuramente un lavoro affascinante, ma immaginiamo sia altrettanto complesso.

La complessità aumenta quando per mestiere si insegna storia e filosofia a studenti giovanissimi, proiettati verso il futuro, verso le nuove tecnologie e l’innovazione in tutte le sue forme e applicazioni.

Non sempre e non tutti gli insegnanti riescono a far capire ai ragazzi che la storia non è solo arricchimento e conoscenza, ma è anche un modo di pensare la realtà, di riflettere su ciò che si sta vivendo, cercando di capirlo un po’ meglio, e di riuscire a immaginare il futuro, provando a incidervi.

Pensi di essere riuscito a educare le nuove generazioni all’amore, alla scoperta e al rispetto per la storia del loro Paese?

Domanda difficile: un insegnante non sa mai quanto è riuscito a influire con i suoi insegnamenti sugli studenti con cui ha lavorato. Speriamo tutti di aver contribuito positivamente alla crescita dei giovani, ma i riscontri non sono immediati: a volte riesci a vederli nel tempo con qualcuno che ti è rimasto amico e in confidenza, più spesso non puoi saperlo perché molti giovani non li incontri più. Mi sento comunque con la coscienza apposto: ho cercato con lezioni, conferenze, libri, di ampliare ciò che si conosceva sulla nostra storia, e di trasmettere agli altri quello che venivo via via imparando. Ovviamente il discorso vale anche per le altre materie che ho insegnato, in particolare filosofia. Se poi oltre a ciò che sapevo sono riuscito a educare all’amore, alla scoperta e al rispetto per il nostro Paese non posso proprio dire, lo si vedrà nel tempo. Spero di sì, anche se mi rendo conto che è un’aspettativa molto alta.

Qual è la difficoltà maggiore che hai riscontrato nel far conoscere e appassionare i giovanissimi alla storia del passato?

La storia è una materia spesso giudicata noiosa. Quando giungono al liceo, molti ragazzi hanno parecchi pregiudizi nei suoi confronti. Per farli appassionare occorre prima di tutto demolire tali pregiudizi, impresa non facile e non sempre realizzabile. Mi è stato senz’altro più facile farli appassionare alla filosofia perché, non avendola mai fatta, trovi in terza superiore, quando l’iniziano, un terreno vergine. La storia sammarinese, in particolare la storia sociale e della quotidianità, aiuta indubbiamente a creare passione, perché si parla di posti che gli stessi studenti possono frequentare, di abitudini antiche, ma nello stesso tempo attuali nella nostra società, di cognomi e famiglie spesso ancora presenti, magari nella stessa classe in cui insegni, di fatti riscontrabili in monumenti e infrastrutture a due passi dalla scuola. Sicuramente vari miei studenti si sono appassionati alla storia del nostro passato, ma non posso affermarlo per tutti, anche perché ci sono predisposizioni culturali e intellettuali che spingono tanti studenti a non interessarsi più di storia dopo che hanno terminato il liceo.

Storico con la passione della scrittura o scrittore con la passione per la storia?

Mi definirei un curioso che ha cercato di soddisfare le proprie curiosità indagando il nostro passato meno conosciuto, e ha avuto il coraggio di tentare di comunicare le proprie scoperte a chi poteva esserne interessato. Da giovane non mi piaceva più di tanto la storia. All’università, con i tanti esami dati, mi ha appassionato di più, ma il gusto di ricercare e di scrivere mi è nato con la mia tesi di laurea svolta sull’Arengo del 1906. All’epoca non esisteva nulla di serio sull’argomento, per cui effettivamente con le ricerche svolte ho capito di più su un argomento basilare della nostra contemporaneità. Ho fatto una tesi senza grandi pretese perché in quel periodo lavoravo privatamente, e non avevo tanto tempo da dedicarle, tuttavia il testo elaborato alla fine mi ha suscitato ciò che ogni ricercatore di storia deve avere: la curiosità di saperne di più, il gusto di andare a caccia, tramite ricerche approfondite, di notizie nuove in grado d’integrare le informazioni che già si conoscono. Studiando l’Arengo ho capito che dovevano esserci tanti elementi sconosciuti o poco noti alla base di quel fenomeno storico così importante, innovativo e unico, perché nessuno Stato ha riunito i capifamiglia o gli elettori per decidere se passare da un sistema politico ad un altro. Così ho studiato l’Ottocento, partendo dalle contestazioni politiche che si sviluppano contro il governo oligarchico già nel 1797, e dando alla luce “Il delitto Bonelli”, il mio primo libro pubblicato nel 1992. In seguito ne sono venuti altri, insieme a saggi, conferenze e lezioni varie, sempre legati soprattutto all’evoluzione politica della nostra mentalità. Alla fine, comunque, non mi definirei né storico, né scrittore, ma semplicemente un curioso del nostro passato più recente, desideroso di comprendere perché il nostro Paese e noi siamo diventati ciò che siamo oggi.

C’è un periodo o un fatto che ritieni meriti di essere approfondito e raccontato?

Andrebbero fatte ulteriori ricerche sul periodo fascista sammarinese, e sui fatti di Rovereta del 1957, ma nel nostro Paese non è facile parlare di eventi storici così delicati senza suscitare polemiche politiche che con la Storia con l’s maiuscola non hanno nulla a che fare. Prima o poi il nostro mondo politico e la gente giungeranno a maturazione, e potranno capire che chi fa storia con intenti scientifici, senza la volontà di parteggiare per l’una o l’altra parte, ha solo il desiderio di comprendere come sono andati in concreto i fatti. Ancora però non siamo giunti pienamente a questo tipo di maturità culturale, per cui non è sempre semplice scrivere di storia contemporanea nel nostro Paese.

Quali sono gli svaghi letterari di un professore votato alla ricerca storica?

Da giovane, quando ho aperto la prima libreria in Repubblica e vi lavoravo, ho letto tantissimo, soprattutto i romanzieri famosi come Cronin, Hemingway, Steinbeck, Marquez e altri. Anche degli autori italiani ho letto tanto: Cassola, Pasolini, Pavese, Buzzati, Silone ecc. Oggi preferisco la saggistica, quindi leggo testi di storia, soprattutto sociale che mi coinvolge sempre quando nasce da ricerche ben fatte, ed è esposta con linguaggio non troppo dotto e noioso, ma leggo anche di filosofia contemporanea e di tutti gli argomenti concreti, cioè non romanzati, che mi possono stuzzicare curiosità o insegnare qualcosa rispetto ai miei interessi. Guardo anche molta tv, ma evito i film di cassetta e di azione. Preferisco qualche buon documentario, e i film che ti lasciano qualcosa, non quelli di cui ti dimentichi il giorno dopo averli visti.

Progetti nel cassetto?

In autunno uscirà un libro commissionatomi dall’Azienda Autonoma dei Servizi che quest’anno compie 40 anni. È un testo che mi è piaciuto fare per intero, quindi con mie foto, impaginazione, copertina, ecc., ovvero dalla prima all’ultima pagina. È sulla storia dei servizi a San Marino: acqua, elettricità, raccolta rifiuti, igiene, ecc. con lo sguardo puntato soprattutto sulle origini e il passato più remoto. Inoltre sto ultimando con l’amica Laura Rossi un corposo volume su Pietro Franciosi, che pensiamo di dare alle stampe nel 2022. Continuo a dedicarmi al nuovo Museo di storia di cui sono il consulente scientifico, e a cui collaboro attualmente con aggiornamenti e integrazioni di quanto già fatto, e che sta riscuotendo tra i Sammarinesi molti consensi. Continuo poi a fare conferenze, lezioni, chiacchierate pubbliche per chiunque me lo chieda. Quest’anno è l’anno in cui in diversi mi hanno chiesto articoli e interventi su Napoleone. In luglio partecipo a una chiacchierata serale sull’integrazione a scuola dei disabili, visto che nella mia lunga carriera d’insegnante ho fatto, nei primi anni in cui lavoravo nelle scuola, quindi nei primi anni in cui furono abolite le classi differenziate, anche l’insegnante di sostegno. Certamente non mi annoio: per fortuna sono in pensione e posso dire sì a tutti coloro che m’interpellano.

Bibliografia di Verter Casali:

  1. Il delitto Bonelli. Storia di un omicidio politico, San Marino 1992.
  2. I tempi di Palamede Malpeli. La Repubblica di San Marino nell’età della Destra Storica, San Marino 1994.
  3. Immagini dell’Arengo: catalogo della mostra organizzata dalla Scuola Media Inferiore della Repubblica San Marino, 1996.
  4. Marino da Arbe, santo e lapicida, Pazzini Grafica, Verucchio 1997.
  5. La donna nella storia sammarinese, edito nel 1999 per il centenario SUMS femminile.
  6. Storia del socialismo sammarinese dalle origini al 1922, San Marino 2002.
  7. Compendio di storia sammarinese, San Marino 2003.
  8. Compendio di storia sammarinese (edizione x scuole elementari), San Marino 2003.
  9. Diario di viaggio, Edizioni Siddharta, 2005.
  10. Storia della Cassa Edile Sammarinese di mutualità ed assistenza, San Marino 2004.
  11. Breve storia della musica (per l’annuario dell’Istituto musicale edito per il trentennale 1975-2005), settembre 2005.
  12. La milizia sammarinese nei secoli, San Marino 2005.
  13. Federazione balestrieri sammarinesi 1956-2006: cinquantesimo dalla fondazione, dicembre 2006.
  14. 1957-2007 – Cinquant’anni di conquiste sociali, Pazzini Editore, Verucchio 2007 (storia della CDLS).
  15. Faetano e Corianino: storia di una comunità, storia di un circolo, 2008.
  16. Manuale di storia sammarinese, San Marino, 2009 (ristampato nel 2012 e in nuova edizione nel 2020).
  17. Repubblica di San Marino patrimonio dell’umanità, Lucio Amati editore, 2009.
  18. Gianni Widmer: il primo aviatore a San Marino: 1913-2013, 2013.
  19. 50 anni al Servizio della Comunità Sammarinese: cinquantesimo 1963-2013, (storia della Cassa Edile con nuova veste grafica e nuovi contenuti)2013.
  20. Gino Giacomini: una vita intensa, 4 volumi usciti tra il 2015 e il 2018.

I saggi sono reperibili sul sito di storia sammarinese personalmente curato dal prof. Casali: http://verter.altervista.org