Seconda mano: il mercatino dell’usato entra in rete

Non è solo una moda, ma la moda c’entra eccome. Il mercato dell’usato non ha mai conosciuto un periodo più florido di quello presente e le sfaccettature del fenomeno sono numerose. Grazie allo strumento globale per eccellenza, il web, la second hand economy ha reinventato il suo spazio in alternativa ad un sistema commerciale tradizionale sempre più standardizzato.

Personalizzazione, creatività, sostenibilità e responsabilità sociale sono i valori associati alla politica del riuso nel XXI secolo, che forse non convince fino in fondo i nostalgici dei Marché aux puces parigini, dei robivecchi a Porta Portese o delle mostre mercato del disco e memorabilia, ma che coinvolge un pubblico e una varietà di merci molto più ampio rispetto al passato.

Dalla Piazza alla Rete

Una ricerca Doxa del 2014 mostra quanto il web abbia influito sulla crescita del mercato dell’usato anche in Italia.
Il volume di affari della second hand economy generato in un anno è di circa 18 miliardi di euro, l’1% del PIL del Paese. Il 47% di questo commercio si svolge sulla piazza virtuale: marketplace online generalisti, siti settoriali e specializzati, app e social network.

Elettronica e informatica sono i primi settori di commercio dell’usato online (33%), seguono sport e hobby, abbigliamento, elettrodomestici e arredo. Anche il commercio di veicoli di seconda mano, fra i primi settori del mercato dell’usato offline in Italia, sta spostando in rete il 28% delle compravendite annuali.

Per chi ha scelto di svuotare armadi e cassetti, garage e soffitte è importante sapere che a seconda che si tratti di attività commerciale occasionale o continuativa dal punto di vista fiscale in Italia bisogna attenersi alle norme disciplinate dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi.

Vintage e Creativo, l’Usato che Fa la Differenza

L’Italia ha dimostrato per anni maggior riluttanza rispetto al resto d’Europa per questo mercato, principalmente per motivi culturali: l’usato percepito come sinonimo di povertà e destinato a istituti di carità o al massimo a scambi ridotti alla cerchia di amici e parenti.

Il boom della moda vintage nell’arredo e soprattutto nell’abbigliamento ha stravolto però il sistema di valori, complici gli altri fattori che analizzeremo di seguito, portando la merce di seconda mano nella fascia dei beni di lusso. In questo caso non è la carta del risparmio quella vincente, ma la rarità e l’unicità di capi e oggetti sopravvissuti al tempo solo in piccolo numero.

In generale lo studio del mercato del riuso in Italia dimostra che la crisi economica degli ultimi anni c’entra solo in parte. Viviamo in case più piccole e spesso in affitto, è quindi la volontà di liberarsi dal superfluo a spingere il 58% dei privati a mettere in vendita un bene di proprietà, ma anche il desiderio di cambiamento e di originalità giocano un ruolo importante per le nuove generazioni.

Mentre il commercio tradizionale nelle vie principali delle città europee sembra inesorabilmente subire gli effetti uniformanti della globalizzazione creando panorami urbani spersonalizzati, il fenomeno delle Clone-Town annunciato più di un decennio fa nel rapporto della New Economics Foundation (Nef), online la la ricerca di originalità e personalizzazione ha permesso l’emergere di alternative commerciali che coinvolgono prodotti usati, creazioni artigianali e spesso l’unione dei due ambiti che trova espressione nel riuso creativo.

Il Riuso e l’Economia dell’Accesso

La valorizzazione di oggetti del passato rimaneggiati in chiave contemporanea o il riutilizzo di oggetti per scopi diversi da quelli per cui erano stati creati rientra nel concetto che Francesco Morace, Presidente di Future Concept Lab, ha ribattezzato pragmatismo creativo: “tipico del consumo smart di una nuova generazione che trasforma tutto ciò che è usato o di seconda mano in materia da rigenerare”.

Secondo Morace infatti la povertà di risorse che caratterizza la contemporaneità è, nei migliori casi, una spinta positiva a sperimentazioni di smart consumption, tappa intermedia di un percorso profetizzato già nel 2000 dal saggista americano Jeremy Rifkin, secondo cui le generazioni a venire abbandoneranno l’economia del possesso per una nuova economia dell’accesso.

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Riuso creativo dalla rivista Living at Home

I Valori Sostenibili della Second Hand Economy

Il mercato dell’usato online è uno degli esempi più calzanti della new economy delineata da Rifkin, in cui servizi e le esperienze valgono più dei beni, le relazioni più della proprietà. Che l’usato sia un business di massimo rilievo è testimoniato poi dal fatto che il settore sia in parte presieduto da player multinazionali in grande espansione: come eBay, marketplace mondiale da 74 acquisti al minuto solo in Italia (ma in questo caso si tratta sia di beni usati, che nuovi), il sito internazionale e generalista Kijiji (consociata di e-Bay) e la norvegese Schibsted Media Group (di cui fa parte Subito.it, uno dei 10 siti più visitati in Italia secondo i dati AudiWeb).

Proprio Schibsted Media Group gioca con intelligenza, data la centralità del tema nell’agenda globale contemporanea, la carta della sostenibilità ambientale, economica e della responsabilità sociale come sistema di valori primari per tutti gli attori del settore dell’usato.

Il report Second Hand Effect realizzato da Shibsted in collaborazione con l’Istituto di Ricerca Ambientale Svedese IVL e con il sostegno del WWF, riporta i risultati raccolti contemporaneamente in Italia, Francia, Svezia, Norvegia e Spagna. Solo nello Stivale gli 8 milioni di utenti unici che in un anno si sono serviti del portale Subito.it hanno permesso un risparmio potenziale di 3,4 milioni di tonnellate di CO2, “l’equivalente di tutto il traffico di Roma per 10 mesi o di quello di Milano per 32 mesi”. Il risparmio è calcolato tenendo conto delle emissioni che sarebbero state necessarie per la dismissione dell’oggetto venduto e per la produzione dell’oggetto acquistato come nuovo. Melany Libraro, General Manager di Subito.it spiega: “Sia che i nostri utenti siano spinti dall’appartenenza a questo movimento sociale, sia dal risparmio economico o ancora dalla passione per i vintage, il risultato vale lo stesso: il riutilizzo contribuisce a ridurre l’impatto ambientale.”

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La seconda vita degli oggetti di culto – Foto da: www.repubblica.it/tecnologia

Dove Comprare e Vendere Online

Subito.it, eBay, Amazon, Bakeca.it sono i più noti e quelli che spesso offrono maggiori garanzie agli acquirenti, più scelta su prodotti generalisti e un sistema organizzatissimo per chi si avvicina al mondo dell’usato online per la prima volta.

Ma i valori positivi che il settore ha saputo associare alla sua nuova veste digitale e quel fascino tipico dei piccoli negozi di modernariato e abbigliamento vintage non si è perso completamente nel passaggio al web, e chi ha amato frugare fra banchi e stand alla ricerca di tesori può trovare piccole o grandi sorprese anche nella ricerca online .

Ecco alcuni dei progetti più originali che web, app e social network ci propongono:

1stdibs Arredi, abbigliamento e accessori di extra-lusso, per chi online cerca pezzi unici o quasi.

Vaunte – Qui prima di scegliere cosa comprare, puoi scegliere chi l’ha indossato prima di te. A vendere sono stilisti, modelli, manager e persone i cui successi professionali sembra possano aggiungere un’allure speciale agli oggetti proposti.

Byronesque personal shopper – L’app per chi vorrebbe un vero assistente agli acquisti personale al pari delle grandi dive. Comunichi le tue esigenze al personal shopper virtuale e questo si mette in contatto con 75 boutique vintage fra le più rinomate al mondo, da New York a Parigi, per accontentare ogni tuo desiderio.

Rebagg: borsette firmate per ogni gusto e divise per designer da scambiare, comprare e vendere. Organizzato come i grandi marketplace ma progettato per un pubblico molto esclusivo.

ThredUp: Ideale per il cambio di stagione, iscrivendosi al sito puoi richiedere il tuo Clean Out Kit in cui impacchettare abiti e accessori da smettere e rispedire subito e gratuitamente al mittente. A vendere i capi nel modo più accattivante pensa lo staff di ThredUp e una volta ottenuto qualche guadagno puoi fare cassa o scegliere di supportare una delle buone cause sostenute dal sito.

Depop: Un’app facile da usare e pensata per comprare e vendere da smartphone in pochi gesti. Amata dai più giovani e collegata a tutti i profili social dei suoi utenti, si struttura attorno ad un sistema di gradimento e seguaci (followers) che premia i profili più capaci nel costruire una comunicazione accattivante per il proprio prodotto.

Shpock Come Depop è un’app perfetta per scambi rapidi su smartphone e in questo caso le merci in in vendita sono le più varie, dall’arredo alle biciclette. Intuitiva e dalla grafica accattivante, sfrutta la geolocalizzazione del telefonino per facilitare gli scambi fra chi si trova vicino a noi.

Infine, meno strutturati ma altrettanto efficaci, i gruppi di vendita, scambio, acquisto e dono nati su facebook praticamente in ogni comune e città. In questo caso la piattaforma non offre un servizio pensato per l’e-commerce (ancora), ma la sua forza sta nella grande rete di contatti già esistente. Gli iscritti ai gruppi possono proporre merci e servizi più vari e poi accordarsi con gli interessati per lo scambio vero e proprio. Anche San Marino, grazie all’iniziativa di uno o più privati che decidono policy e organizzazione del gruppo, vanta una serie di gruppi facebook in cui il mercato dell’usato fra compaesani va fiorendo di giorno in giorno.