San Marino, note e bellezza delle “Moon Rocks”

Ha inaugurato all’interno del Museo di Stato la mostra sulle rocce lunari donate alla Repubblica di San Marino dall’ex Presidente USA Richard Nixon: due frammenti che hanno anche una valenza “politica”.

di Alessandro Carli

Il periodo, grossomodo, è quello lì, tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta: le due missioni dell’Apollo con destinazione Luna (l’11 nel 1969, il 17 nel 1972), ricamate nel nero di due dischi straordinari. Il primo, del 1969, porta la voce di David Bowie nello “Space Oddity” e diventa il Major Tom, alter ego dello stesso artista di Brixton e di Jurij Gagarin (“…Planet Earth is blue, and there’s nothing I can do…” si offre a una doppia lettura, essendo interpretabile sia come “…il Pianeta Terra è triste e non c’è nulla che io possa fare…” sia come una citazione della prima frase pronunciata dal cosmonauta sovietico durante il volo orbitale attorno al pianeta”). Il secondo è “The Dark Side of the Moon” dei Pink Floyd, uscito nel 1973: nel pezzo di chiusura, “Eclipse”, escono i concetti di alterità e unità e invita l’ascoltatore a riconoscere le caratteristiche comuni a tutti gli esseri umani, quelle che ancora sfuggono perché “il sole è eclissato dalla luna”.

(Musica) rock della Luna, o forse suggerito dalla luna, chissà. La certezza è che gli allunaggi rappresentarono una tappa straordinaria della storia recente dell’uomo, ma anche – soprattutto per gli Stati Uniti d’America – una forma di comunicazione, o di marketing. In entrambe le missioni vennero prelevati campioni di suolo lunare che, in parte, il Presidente Richard Nixon decise di regalare “come gesto di buona volontà” a ciascuno Stato americano e a ciascuna nazione del mondo. Anche alla Repubblica di San Marino, legata agli States da antica amicizia.

“Le rocce lunari prelevate dall’Apollo 11 – spiega il direttore degli Istituti Culturali Paolo Rondelli – vennero donate a San Marino nel 1971 mentre quelle dell’Apollo 17 furono consegnate il 21 novembre 1973 dal Console Generale degli Stati Uniti Robert Gordon agli allora Capitani Reggenti Antonio Volpinari e Giovan Luigi Franciosi. Sono state ‘inserite’ in due sfere di vetro e sostenute da una base di legno. Ogni frammento ha la sua ‘didascalia’, che testimonia il luogo esatto in cui è stato prelevato il frammento. Una, per esempio, proviene da Taurus Littrow Valley”.

Un tesoro preziosissimo che dal 1 giugno al 1 ottobre, con il titolo “Moon rocks – Missione Apollo a Base San Marino – Rocce lunari dalle missioni Apollo della Nasa”, verrà esposto all’interno del Museo di Stato Palazzo Pergami-Belluzzi “assieme – sottolinea Paolo Rondelli – a un carteggio che risale agli anni 1972/74 custodito presso l’Archivio della Segreteria Affari Esteri, alcune lettere firmate dai Capitani Reggenti, dall’allora Segretario di Stato Giancarlo Ghironzi e dal Presidente statunitense Richard Nixon”. Nelle due bacheche di legno, con i preziosi reperti, “anche due piccole bandiere di San Marino che, come scrisse il Presidente Richard Nixon ai Capitani Reggenti, furono portate sulla luna e riportate a terra dagli equipaggi dei due Apollo”.

Non si tratta di materiale del tutto inedito. “Le rocce lunari sono catalogate tra i beni del museo di Stato – prosegue il Direttore -. Vennero già ‘utilizzate’ qualche anno fa in occasione di uno SMIAF. Questa volta però il ragionamento è legato a un momento ben preciso, più ‘politico’, e porta con sé un significato che supera, in parte, quello culturale e quello delle scienze naturali. Mentre i conferimenti delle cittadinanze onorarie sammarinesi date ai Presidenti degli USA Abraham Lincoln e Thomas Woodrow Wilson furono atti unilaterali, il dono delle rocce lunari ‘partirono’ direttamente dagli Stati Uniti d’America”.

La mostra, che ha ricevuto il patrocinio del Consolato Generale degli Stati Uniti di Firenze per la sua bellezza e per l’importanza “delle relazioni internazionali” che riveste, vedrà anche una fotografia dell’incontro tra il Segretario di Stato degli USA Henry Kissinger e quello della Repubblica di San Marino, Giancarlo Ghironzi, un momento antecedente alle lettere di Nixon e che rappresentò per la Repubblica “il primo grande appuntamento politico con gli Stati Uniti”.

LINCOLN, WILSON E NIXON, TRE STORIE “SAMMARINESI”

Nella oramai celebre lettera che il Presidente Abraham Lincoln nel 1861 scrisse alla Repubblica di San Marino – e già oggetto di “indagine” da parte di San Marino Fixing – si può leggere: “Grandi e Buoni Amici. Sebbene l’estensione dei vostri domini sia piccola, il vostro Stato è nondimeno uno dei più onorati di tutta la storia. Esso ha dimostrato, con la sua esperienza, la verità, così piena di incoraggiamento per gli amici dell’Umanità, che un Governo fondato sui principi repubblicani può venire amministrato in modo da essere sicuro e durevole”.

Abraham Lincoln fu eletto il 6 novembre del 1860 ma entrò in funzione il 4 marzo 1861. Il 29 marzo i Capitani Reggenti gli inviarono una lettera. Il Presidente degli USA rispose il 7 maggio dello stesso anno.

Lo scambio epistolare va inquadrato in un contesto storico piuttosto delicato. Con la prima convocazione del Parlamento italiano del 18 febbraio 1861 e la successiva proclamazione del 17 marzo, Vittorio Emanuele II è il primo re d’Italia. Per la Repubblica di San Marino fu un passaggio fondamentale in quanto il Titano era in pericolo di estinzione.

Sulla figura di Thomas Woodrow Wilson, “inquilino” della Casa Bianca dal 1913 sino al 1921, qualche anno fa il Direttore degli Istituti Culturali Paolo Rondelli ha pubblicato un libro in cui recupera il conferimento del Diploma di Cittadino onorario della Repubblica, assegnato dal Gran Consiglio, al Presidente USA e che gli venne consegnata di persona a Parigi.

Tra i passaggi che meritano di essere ricordati, un “curioso” errore: il Presidente degli Stati Uniti d’America, nel periodo di Natale del 1918, scrisse una lettera a Progene Belloni in cui lo chiama “governatore” e non “Capitano Reggente”.

Richard Nixon invece è stato al centro di uno spettacolo teatrale che ha fatto tappa sul Titano nel febbraio del 2014. Interpretato da Ferdinando Bruni, Elio De Capitani, “Frost/Nixon” è un match che mette a confronto il potere politico e quello mediatico che possono essere al servizio del bene comune e dell’emancipazione dei cittadini, come anche strumenti di asservimento e di sopraffazione. Nucleo della pièce è l’intervista che l’anchorman David Frost fece nel 1977 a Richard Nixon, terminata con la confessione dell’ex Presidente – mai ottenuta prima – sullo scandalo del Watergate e sui limiti morali del potere. Una confessione, negli ultimi secondi della trasmissione, di un Nixon combattivo, orgoglioso, ma messo alle corde dalla precisione delle domande, delle date e dei riscontri. Un episodio storico realmente accaduto. Scritto nel 2006, “Frost/Nixon” ha ottenuto un vastissimo successo e numerosi premi, tra cui il Tony Award per Frank Langella come miglior attore protagonista per l’interpretazione di Nixon. Ron Howard ne ha tratto un film nel 2008, che ha sfiorato i 30 milioni di dollari d’incasso all’uscita.