Ritorno alla terra

Giardini urbani, architettura ‘verde’, pareti ‘vive’ anche dentro i centri commerciali. E tanti giovani che studiano per tornare alla terra. Un richiamo ideale, quasi un ‘mitico’ ritorno alle origini sulla base di una spinta anche culturale, come il desiderio di ricominciare ad avere un rapporto vero con il mondo, non mediato dalla tecnologia. Certo: anche in agricoltura la tecnologia serve. Per lavorare meglio, per vendere, per farsi conoscere. A San Marino, Gian Luca Giardi, 28 anni, da sei è impegnato a portare avanti l’azienda di famiglia. Un giovane sammarinese di Faetano, alla terza generazione di agricoltori, che non ha esitato a rimboccarsi le maniche. Ha studiato e, una volta pronto, ha iniziato a ristrutturare l’attività, ricominciando praticamente da zero. Sposato con Monica dal 2015, lo incontriamo nel campo di Faetano, sotto un sole cocente, ai primi di aprile. L’orto si trova in Strada Quinta Gualdaria, nel castello di Borgo Maggiore (mentre il centro aziendale e la stalla si trovano a Corianino nel castello di Faetano a distanza di pochi km). Una piccola casettina di legno è stata terminata da poco: lì sarà il luogo dove verranno venduti gli ortaggi prodotti direttamente alle persone che scenderanno in campo. Un altro investimento importante, in termini economici, oltre a tutte le ore di lavoro che servono per fare l’agricoltore.

Tutto questo sole che effetto ha sulla terra? Ci sono delle crepe enormi…

Veniamo da più di quaranta giorni ininterrotti di sole, in una stagione solitamente piovosa, perciò il terreno risulta spaccato come succede solo in piena estate. Noi come azienda ortofrutticola siamo dovuti ricorrere ad irrigazione d’emergenza.

Esiste la ‘pianificazione’ in agricoltura?

La pianificazione esiste e segue la stagionalità delle colture, ciò che ovviamente non si può pianificare sono gli agenti atmosferici avversi e i danni alle coltivazioni dovuti a insetti, funghi e animali selvatici.

Hai scelto di frequentare Agraria a Cesena e dal 2011 sei attivamente impegnato nel lavoro nei campi. Ma qual è stato il percorso di studi che ti ha condotto fino qui?

Ho scelto di frequentare la scuola superiore I.T.A.S (Istituto tecnico agrario statale) perché spinto da forte passione per la terra volevo conoscere e capire le basi scientifiche delle pratiche che ho visto applicare nell’azienda di famiglia. Una volta diplomato, le stesse ragioni mi hanno spinto a proseguire gli studi all’Università di Bologna, Facoltà di Agraria. In un futuro non troppo lontano mi auguro di terminare la carriera universitaria.

Prima di te, tuo nonno e tuo padre, hanno fatto lo stesso lavoro. Sono stati loro a indicarti la via?

Penso che il lavoro dei campi sia impresso nel nostro DNA. Scherzi a parte, sicuramente sono nato e cresciuto respirando agricoltura, ma grazie agli studi e alla voglia di migliorarmi, sono riuscito a capire dove sbagliavano i miei predecessori. Fondamentalmente le pratiche sono rimaste invariate, ma la tecnologia ne ha aumentato l’efficienza.

Quali sono le caratteristiche dell’agricoltura oggi? Cosa bisogna sapere?

Un agricoltore moderno deve avere un’ampia conoscenza, per ottimizzare al meglio il lavoro. Non è solo la conoscenza della terra o delle colture ma deve spaziare dalla veterinaria alla meccanica, dalla meteorologia all’idraulica. La tecnologia è sempre più importante anche in agricoltura quindi cerco di tenermi al passo con i tempi ma non è sempre facile.

Come si chiama la tua azienda agricola e chi collabora con te?

Giuridicamente è denominata Azienda Agricola Giardi Gian Luca. Terra e Cuore è il nome che abbiamo scelto per il progetto orto con produzione e vendita diretta di ortaggi. Fortunatamente ho una famiglia molto presente. Mattia, mio fratello, è il mio braccio destro. Mia moglie Monica e mio suocero Giovanni mi aiutano principalmente nell’orto.

Qual è la tua giornata tipo?

La giornata tipo varia a seconda della stagione, in questo periodo, ovvero l’inizio della primavera, mi alzo alle 6.30 per essere in stalla alle 7.15. Avendo anche gli animali, il primo lavoro è quello di accudirli, poi fino alle 12.15 sono in campo. Dopo pranzo alle 13.45 riparto per l’orto, dove fino alle 18.30 faccio vendita diretta dei miei ortaggi (ovviamente in estate gli orari sono diversi e si resta in campo fino alle 19.45). Finito con l’orto, ritorno alla stalla fino alle 20.

Cosa coltivi e cosa allevi?

Gli ettari totali sono 27. Di questi, 20 sono coltivati a erba medica, che ci serve come foraggio per gli animali, 3 a cereali, 2 a cipolla da seme, 3 a ortaggi. Allevo galline da uova, conigli e bovini da carne. Coltivo ortaggi stagionali: ad esempio in questo periodo fava, piselli, carciofi, aglio e cipolla.

La crisi economica e la crisi delle risorse, secondo te, riporteranno al lavoro nei campi altre persone?

Non molte. La terra è faticosa, il lavoro deve essere costante e servono investimenti importanti e il risultato economico non è immediato: fattori non di poco conto, a mio avviso. Comunque penso che alcuni giovani siano ‘tornati alla terra’ in parte grazie alle agevolazioni europee, ma soprattutto perché hanno saputo cogliere opportunità non pienamente sfruttate fino ad oggi.

Cos’è per te l’agricoltura e che rapporto hai con la natura?

L’agricoltura è un settore strategico per uno stato. Oltre a produrre alimenti, cura il territorio e ne limita il dissesto idrogeologico: tutti argomenti di pubblico interesse. Il mio rapporto con la natura è di assoluto rispetto: tutte le cose presenti in natura hanno un ruolo ben preciso e importante per l’agricoltura.

Che progetti hai per il futuro?

Il progetto più ambizioso che abbiamo in famiglia/azienda è la creazione di un laboratorio per la lavorazione degli ortaggi che produciamo.

Tra 20 anni dove ti vedi?

Tra vent’anni mi vedo sempre a lavorare su questi terreni con mio fratello, mia moglie e i miei figli.

Gian Luca con il cagnolino Iago