Una Cartolina da San Marino

Scorri la tua bacheca, trovi una foto di un paesaggio postata da un amico e la domanda sorge immediata: “Sei in vacanza?”

La pubblicazione di immagini in tempo reale, da telefono alla propria rete sociale, è solo una delle tante nuove abitudini di viaggio dei nuovi turisti globali. Instagram in particolare rappresenta per il settore un canale di visibilità fondamentale, come ben sa ogni ente turistico interessato a tener monitorata la reputation del proprio brand territoriale.

Alla località San Marino ogni giorno vengono associate centinaia di immagini, per lo più foto di viaggiatori che ritraggono vedute panoramiche, luoghi tipici del centro storico, mura, tramonti e torrioni.

Nonostante lo strumento e i canali siano quelli contemporanei e il trend dei selfie imperversi in questo tipo di immagini, basta fare un confronto con le ormai poche e ingiallite cartoline ancora in vendita nei negozi di souvenir per capire che il fascino del nostro territorio non sembra aver avuto inflessioni nel corso degli anni. Eppure la storia del turismo a San Marino non può certo considerarsi un fenomeno costante e spontaneo.

Per comprenderlo è interessante conoscere le evoluzioni che l’economia turistica ha avuto nel tempo.

Foto da: instagram.com | locations: San Marino

Foto da: instagram.com | locations: San Marino

I Primi Turisti a San Marino

Nell’accurata ricerca di Matteo Troilo Storia e protagonisti del turismo a San Marino si evidenziano alcuni momenti cruciali, fra fine Ottocento e gli anni ’40. La grande industria del turismo su cui per anni ha potuto contare San Marino, e che rappresenta ancor oggi una risorsa primaria per il Paese, deve proprio a questi primi tentativi il suoi più recenti successi.

A dispetto della tradizione secolare di ospitalità che caratterizza la nostra Repubblica, storicamente nota come luogo d’asilo e rifugio, fino alla fine dell’Ottocento il Paese non dispone né di un albergo, né di una vera e propria strada di accesso alle vette del Monte Titano, dove sorge l’antico abitato d’origine medioevale. A questo proposito resta una ricostruzione firmata da Vittorio Campi che riporta le difficoltà di viaggio per chi voleva raggiungere con la diligenza il centro storico: la tratta Rimini – San Marino richiedeva mezza giornata di viaggio e giunti a Serravalle i cavalli venivano sostituiti con buoi, più adatti ad affrontare le impervie salite della mulattiera che conduceva in Città.

Questi aspetti, uniti all’estrema povertà in cui viveva la popolazione, contribuiscono a frenare l’entusiasmo di vari studiosi e viaggiatori colti provenienti dal Nord Europa che, attratti dal particolare assetto istituzionale del Paese e dalla sua storia, lo avrebbero volentieri incluso negli itinerari di studio organizzati in Italia.

Dai taccuini di viaggio dei pochi che si avventuravano emerge chiara la percezione della trascuratezza dell’arredo urbano e del cattivo stato in cui versano i pochi monumenti del Centro. Non mancano però note positive riferite al grande fascino suscitato dalla vista delle rocche e degli ameni panorami.

La nuova Economia del Forestiero

Il decennio di fine secolo per l’antica Repubblica è segnato da grandi investimenti dedicati alla ristrutturazione, costruzione e miglioramento di strade, edifici, strutture soprattutto nel centro storico. Il 1894 rappresenta un vero anno di svolta per l’apertura di San Marino alla nuova economia del turismo.

A questa data risale l’inaugurazione del restaurato Palazzo Pubblico con una cerimonia fastosa, alla presenza di prestigiosi ospiti italiani e internazionali e del poeta Giosuè Carducci. Nello stesso periodo si completano i lavori di ristrutturazione della Piazzetta Titano su cui sorge il primo vero albergo sammarinese. L’Albergo Titano è così protagonista insieme alla facciata del nuovo Palazzo Pubblico e alle immagini della cerimonia di investitura dei Capitani Reggenti di una serie di cartoline, subito considerate oggetti da collezione insieme ai francobolli emessi in Repubblica.

Veduta di San Marino. Cartolina storica

Veduta di San Marino. Cartolina di inizio ‘900.

Con l’aprirsi del nuovo secolo gli interventi di miglioria alle strade e la notevole attrattiva che San Marino rappresenta per il turismo della Costa danno impulso alla realizzazione del collegamento Rimini-San Marino in autocorriera, attivato nel 1911 due volte al giorno. La Guida Touring inserisce San Marino fra le mete raccomandate e tra il 1906 e il 1913 si passa da 3.000 visitatori l’anno a 15.000, circa pari alla popolazione del tempo.

L’attenzione verso l’industria del turismo emerge con costanza nei documenti dell’epoca dove il fenomeno viene battezzato economia del forestiero. Nascono i primi negozi di souvenir lungo le stradine del centro storico, si investe in nuovi lavori urbani, volti a modificare l’immagine di San Marino secondo un ideale modello medioevale che incontrasse il gusto del viaggiatore di inizio Novecento.

Il profilo del monte, gli edifici, le antiche torri e le mura ricostruite o modificate (molti di questi interventi sotto la guida dell’Ingegner Gino Zani) sono ispirazione per cartoline, souvenir e ceramiche prodotte dalle prime fabbriche locali e divenute in breve una “tipicità” di San Marino.

Per i visitatori stranieri la singolarità del luogo e l’unicità della sua storia merita di essere documentato e comunicato attraverso i media dell’epoca.

La Ferrovia Rimini – San Marino

I buoni rapporti che legano San Marino all’Italia in epoca fascista sono decisivi per la realizzazione della linea ferroviaria Rimini – San Marino, inaugurata nel 1932. Il Monte Titano rappresenta allora una meta di vacanza sostenuta dalla propaganda politica della vicina Italia.

I prezzi popolari dei biglietti del treno e l’organizzazione di escursioni da parte dell’Opera Nazionale Dopolavoro porta grandi flussi turistici in Repubblica per tutti gli anni Trenta. La velocità e comodità del viaggio favorisce fortemente la crescita del settore, di contro rende però meno comune per i visitatori fermarsi a dormire in Repubblica, trasformando la città in una meta ideale per una singola giornata.

Ad interrompere lo sviluppo del turismo a San Marino sarà l’arrivo della guerra, la mancanza di viaggiatori e denaro, ma soprattutto i danni alle strutture provocati dal bombardamento del 2 giugno 1944, fermano definitivamente le corse del Trenino Biancoazzurro. Le gallerie ferroviarie scavate nel Monte Titano danno rifugio, insieme ai palazzi pubblici e alle chiese, ai vicini riminesi in fuga dai bombardamenti in Riviera. La mancanza di accordi politici con l’Italia che caratterizza il periodo post-bellico frena fortemente la ripresa del business turistico e presto risulta chiaro che per la Ferrovia non esiste più un progetto condiviso.

Il Turismo di Massa

Nonostante la miseria in cui si trova il paese dopo la guerra e le grandi migrazioni che caratterizzarono il momento, nel 1950 San Marino si dota di un Ente per il turismo, con la volontà di organizzare in modo più centralizzato l’accoglienza e l’offerta turistica.

Con l’obiettivo di differenziare la propria offerta rispetto alla Costa il paese sceglie inoltre di puntare su un turismo più ricco con la creazione della Prima Casa da Gioco Sammarinese. Il Casinò rimane attivo per soli due anni, la sua apertura infatti sarà accolta come una sfida dalla vicina Italia che in questo frangente arriva a chiudere le frontiere di accesso in Repubblica.

Le prime attività commerciali a San Marino

Le prime attività commerciali a San Marino

Mentre le ricostruzioni proseguono un po’ in tutta Italia e il mercato nazionale riparte dall’industria pesante, inizia a prendere forma una nuova tendenza di viaggio che in breve sfocia nel fenomeno del turismo di massa, conseguenza della maggior stabilità economica degli italiani e della regolamentazione del lavoro sul modello americano, con ferie pagate e giornate di riposo.

Superate anche le divergenze con i vicini, le presenze turistiche a San Marino si quintuplicarono fra gli anni ’50 e ’60, superando i 1,2 milioni di visitatori annui. I 7 alberghi censiti nel 1957 diventano 20 nel 1965. Prima dell’inizio degli anni ’60 San Marino si dota della Funivia, divenuta poi uno dei simboli del Paese, di un parcheggio riservato alle corriere in centro storico e della modernissima Superstrada San Marino – Rimini.

San Marino, Turismo Globale e Patrimonio Universale

Ai grandi numeri raggiunti tra gli anni ’60 e ‘80 segue però un momento di stallo e poi una progressiva inflessione a partire dal nuovo millennio. Per gran parte delle mete turistiche la crisi del settore di fine ‘900 è il campanello d’allarme di una immediata necessità di rinnovamento. La reazione in Repubblica invece tarda ad arrivare, ancor oggi diverse strade battute nel passato tornano nel dibattito pubblico, il trenino e la casa da gioco in primis. Contemporaneamente però alcuni passi sono stati compiuti:

Un primo evento determinante per questa nuova era del turismo sammarinese va individuata nell’entrata del Titano nel Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco nel 2008. Nel corso degli ultimi 15 anni inoltre San Marino si è conquistato l’interesse del turismo congressuale, anche grazie alla assegnazione e ristrutturazione di una sede prestigiosa, quella del vecchio Kursaal nato per ospitare la Casa da Gioco nel 1949, ma pensato fin da subito come sala polifunzionale. Anche in ambito culturale, grazie alla recente notevole crescita dell’Università di San Marino, alla riorganizzazione dei Musei di Stato a inizio 2000 e alle valide iniziative di fondazioni private, il Paese è riuscito a differenziare la propria offerta e a rinnovare in parte la propria immagine.

Infine, fra le iniziative più recenti, vanno segnalate numerose app dedicate al turismo in Repubblica e l’attivazione di una rete wi-fi libera in tutto il centro storico. L’apertura di nuovi canali di comunicazione digitale permette di veicolare informazioni turistiche in modo organizzato, offrire un servizio all’avanguardia ai visitatori e, cosa forse più importante, disporre di una notevole quantità di dati e informazioni sulle nuove esigenze e preferenze dei nostri ospiti. L’analisi strategica e l’interpretazioni dei dati infatti, proprio come avviene per altri settori di investimento, si rivelerà determinante per dare forma al futuro del turismo sammarinese.