Sulla strada dei miracoli – Intervista a Safiria Leccese

Una serata dedicata a storie “di luce”, storie di svolte che trasformano una vita spezzata in una vita nuova. In una parola: miracoli. Se ne è parlato al Salotto di Villa Manzoni con la giornalista Safiria Leccese, cha da un anno conduce su Rete4 La strada dei miracoli, trasmissione che ha fatto il boom di ascolti. Le storie della programma insieme ad altre sono state raccolte in un libro edito da Mondadori/Piemme che porta lo stesso titolo, presentato dall’autrice, ospite dell’Ente Cassa di Faetano – Fondazione Banca di San Marino all’appuntamento del Salotto di luglio.

Bella, elegante, carismatica e capace, la Leccese è giornalista professionista dal 1999, dal 1997 è a Mediaset come inviata e conduttrice di Studio Aperto, TG4, TGcom 24, ma in curriculum ha anche la conduzione in mondo visione della beatificazione di Giovanni Paolo II. “E’ la prima volta che vengo a San Marino. Ho accettato l’invito perché mi sono ripromessa di andare a presentare questo libro ovunque ci fosse un contesto in cui parlare di cose belle, edificanti e vere, come un giornalista deve fare”.

La serata a Villa Manzoni è stata l’occasione per conoscere meglio lei e le sue storie.

Safiria Leccese a Villa Manzoni

Safiria Leccese a Villa Manzoni

Giornalista per scelta o per una di quelle casualità che a volte capitano nella vita?
Per scelta ostinata! Nessuno mi ha incoraggiata, piuttosto ho avuto tante persone che mi hanno scoraggiata, ma sono i “no” che ci fanno crescere, perché confrontandoti che essi tu capisci quanto tieni a una cosa e quanto quella cosa fa veramente per te. Anche perché avevo un altro mestiere: ho iniziato lavorando all’università, e facendo la giornalista come attività parallela.

Dalla gavetta all’affermazione professionale: cosa ti è piaciuto di più e cosa non rifaresti?
L’inizio non è stato molto poetico, ho cominciato da un giornalino di quartiere dove la massima aspirazione è intervistare il Preside della scuola! Ma sono partita dicendomi “va bene tutto, basta che mi facciano scrivere, usare un registratore”. Una cosa di cui mi vergogno molto invece è che da molto giovane venni inviata sul luogo di un delitto che riempiva i giornali e – per immaturità – pensai che fare un buon lavoro comprendesse chiedere al genitore della giovane vittima “Come sta?”. Comunque rifarei tutto perché ogni passo ha contribuito alla mia crescita sia umana che professionale.

Quanto conta la bellezza in tv?
La bellezza è un dono, come ce ne sono altri, però non può essere la sostanza. Certamente la televisione è il regno dell’immagine ma una giornalista non deve essere una modella! Anche perché il più delle volte capita di trovarti a lavorare sui luoghi di tragedie e drammi, e quindi forse conta più l’umanità che l’aspetto.

Per tanti anni ti sei occupata di politica …
Si ma quello è proprio un altro mondo rispetto alla cronaca, non è un giornalismo d’azione e ci sono altre regole: non si può tirare un’imboscata al Presidente del Consiglio per fargli un’intervista!

Il pubblico di Villa Manzoni

Il pubblico del Salotto di Villa Manzoni

Com’è il mondo del grande giornalismo? C’è solidarietà? Cameratismo?
Ci sono dei mestieri – tra cui il nostro – che fanno un po’ più leva sul peggio dell’animo umano perché c’è di mezzo la vanità e in nome di questa – più che dei soldi – alcuni farebbero di tutto. Ma sono dinamiche che in qualche modo si ritrovano in tutti i lavori, o in ogni ambito in cui c’è di mezzo l’uomo, con i suoi pregi e le sue debolezze.

La dimensione religiosa è un argomento delicato da portare in tv, tocca l’intimo delle persone. Qual’è stato il tuo approccio?
Io dico sempre che è stata la Strada dei Miracoli ad incrociare la mia strada, non il contrario. Nessuno aveva pesato a me e per la prima volta Mediaset aveva deciso di fare dei provini, una cosa che non si è mai sentita per un programma di prima serata!
Ho fatto il provino ed è andato bene, ma è successo dopo un percorso personale che ha maturato in me una sensibilità rispetto a certi argomenti che sento molto presenti nella mia vita: l’animo umano è veramente un modo di storie straordinarie, ed oggi come mi emoziona raccontare una vita non mi emoziona nient’altro!

Safiria Leccese a Villa Manzoni

Safiria Leccese a Villa Manzoni

Però hai avuto un precedente: hai presentato in mondo visione la beatificazione di Giovanni Paolo II.
I percorsi della vita sono strani … la prima volta che mi chiamarono per una cosa del genere è stato nel 1999 per la beatificazione di Padre Pio: quando mi proposero di seguire la diretta mi sono opposta duramente, non c’era alcun interesse da parte mia! Comunque accettai e dopo quella mi mandarono anche alla sua canonizzazione, passando per una settimana intera alla Giornata Mondiale della Gioventù del 2000. Io che credevo che il Regina Coeli fosse un carcere e non una preghiera! Il mio interesse è arrivato dopo e quando mi hanno proposto di condurre la beatificazione di Giovanni Paolo II ho tremato! Sarebbe stata un’occasione unica, storica, e riuscivo solo a pensare: << Fa’ che non ti rovini la festa!>>.

Le storie che racconti ti vengono incontro o le vai a cercare?
La trasmissione ce la siamo inventata strada facendo quindi ho potuto tirare fuori tante cose che mi interessavano. Insieme ai colleghi abbiamo messo giù una serie di argomenti. Poi piano piano le persone hanno cominciato a scriverci loro, a raccontarci, cosa che succede anche quando incontro qualcuno al ristorante!

Safiria Leccese a Villa Manzoni

Cos’è un miracolo?
Il miracolo è un elemento straordinario e non umanamente spiegabile che entra in una vita e genera meraviglia. Un tumore – diagnosticato ad un bambino di sette anni da diversi centri di eccellenza, per un’operazione valutata 450.000 euro – che da un giorno all’altro scompare è un fatto che la ragione non può spiegare. Genera meraviglia.

I quadri che trasudano sangue, le statue che piangono …  quanto c’è di vero e quanto di suggestione collettiva?
Io posso parlare solo per i casi che ho potuto verificare. In questo libro ho fatto il mio lavoro nel modo più scrupoloso possibile, indagando, documentandomi. Nel caso di una di queste statue ho preso l’aereo e sono andata a vedere di persona, a toccare con le mie mani a costo di farmi dare della blasfema perché stavo cercando il meccanismo! Fenomeni di suggestione sicuramente ne esistono ma non sono quelli che ho raccolto io.

Il pubblico di Villa Manzoni

I fatti di cui parli sono stati tutti riconosciuti dalla Chiesa?
Ci sono casi diversi, nel libro si parla sia di fatti riconosciuti come quello di Matteo Colella, il bimbo attraverso cui Padre Pio è diventato santo, sia di fatti ancora in fase di studio come quello di Cristian Filice, guarito dalla sclerosi multipla a Medjugorje, da un giorno all’altro!
Il bello di queste storie è che i protagonisti hanno vissuto vicende straordinarie nell’ordinarietà ed ognuno di loro ci può lasciare qualcosa che non coincide necessariamente con quello che penseremmo noi. Sono storie in cui i protagonisti ad un certo punto vivono una svolta!

Facci capire meglio.
Prendiamo la storia di Cristian. Cristian è un giovane calabrese, 37 anni, ha una vita tranquilla, un bel lavoro, è sposato con Francesca, ha una bimba, va a messa Natale e Pasqua. Questo per dirvi il tipo. Un giorno inizia a sentirsi male e dopo una serie di esami arriva il responso: sclerosi multipla. Tragedia.
Inizia un periodo di grande sofferenza, in cui Cristian vive come preparandosi alla fine.
Fino a quando durante l’ennesima notte insonne dice a se stesso << questa non è vita, ma se io avessi davanti anche solo un altro mese, come posso vivere così >>. Prende in mano, perchè si ricorda de proverbio, il libro di Giobbe. Comincia a leggerlo, giorno dopo giorno, fin quando una notte dice a sua moglie <<Sai cosa ho capito? A Giobbe è stato tolto tutto, io invece ho voi: io sono fortunato!”. Da lì inizia a rifiorire, arriva un nuovo parroco a cui si affeziona, inizia a pregare e inizia a vivere una vita piena, al punto che scrive anche un libro intitolato “Amo la vita”. Un miracolo del cuore pazzesco! Ma ancora non è finita!
Si fa portare a Medjugorje, perché desiderava ringraziare la Madonna e una volta lì, dopo l’adorazione dice <<Io domani vado sulla collina, ho capito che posso tornare a camminare>>. Il giorno dopo la moglie – convinta che quel posto gli stesse facendo perdere il senno – rimane in albergo e Cristian si fa accompagnare con la carrozzina dal prete fino alla croce blu.
E lì Cristian, dopo 11 anni di Sla, si alza in piedi e cammina! E quando torna dice << A questo punto non importa cosa sarà di me, perché il vero miracolo io l’ho già a avuto ed è che io amo la vita comunque >>.
Oggi cammina, ha avuto un altro figlio!

In questa storia di svolte ce ne sono diverse!
Queste persone hanno vissuto quello che gli è capitato fino in fondo, non hanno aspettato la “grande luce” per tornare a vivere, hanno fatto dei passi in mezzo al tunnel. Si tratta di vite spezzate che sono state capaci di farsi riparare da qualcos’altro che non è solo la loro volontà – che certamente c’è – ma anche da qualcosa di più grande.

In fila per l'autografo di Safiria Leccese, Villa Manzoni

In fila per l’autografo di Safiria Leccese, Villa Manzoni

I drammi capitano nella vita di tutti, c’è chi reagisce disperandosi e c’è chi reagisce aggrappandosi a qualcosa. La fede è solo una delle possibili reazioni o è altro?
Il punto non è solo la fede. Certo queste persone l’hanno incontrata o comunque riscoperta in queste circostanze. Ma per chi crede e per chi non crede il punto è che idea di vita abbiamo: cosa uno vuol fare della propria vita, posto che per tutti ci sono le gioie e le disperazioni, il lutto e la felicità. Se mi rompo un piede d’estate cosa faccio? Penso che è un’estate persa o è un’estate che magari leggo di più? che vado in collina invece che al mare? penso ad un’opportunità oppure sta solo andando in fumo un mio progetto? E’ un esempio banale ma rende l’idea.

Quindi il punto è trasformare un dramma in un’opportunità.
Esattamente. Questi fatti ci fanno vedere come sia possibile far diventare i nostri drammi delle opportunità per non chiudersi in se stessi e svuotare la nostra vita del significato più grande. Non ci sono solo storie di lutti, ci sono anche le storie di conversione, in ogni caso sempre storie di “svolte”, e comunque meglio un percorso di questi tipo che affidarsi al voodoo. Il punto è cambiare il verso!

Per concludere, che storia ci suggerisci di scoprire?
La storia di Chiara Corbella, che sembra drammatica e invece è una storia di luce, una ragazza morta a ventotto anni che ha lasciato una luce incontenibile, al punto che il marito è stato invitato dal Papa per una testimonianza.

Per scoprire la storia e l’attività di Villa Manzoni visita il sito www.villamanzoni.org oppure la pagina Facebook.

Il Salotto di Villa Manzoni è un progetto promosso da Ente Cassa di Faetano – fondazione Banca di San Marino