“Per la bella edizione della storia del Titano”

Gaetano Nobili

Il Cav. Gaetano Nobile, editore di Napoli, nel 1863 venne inserito nell’elenco dei cittadini onorari del Monte per aver stampato l’opera che Melchiorre Delfico scrisse sulla Repubblica di San Marino.

di Alessandro Carli

Dagli “Atti del Consiglio Principe”, volume che abbraccia il periodo 1862-1866: viene “accordata la Cittadinanza personale al Cav. Gaetano Nobili, editore napoletano in quale continua a inviare, oltre le già rimesse, altre opere e saggi della sua tipografia”. La data è quella del 20 agosto 1863.

Occorre avere un punto di partenza, un “luogo” o un’indicazione su cui appoggiare la punta del compasso, o quella della lapis, per poi partire.

Uno di questi punti è la Biblioteca di Stato della Repubblica di San Marino, filone inesauribile di tesori storici, siano essi libri o appunti, ciclostili, fogli firmati, suggerimenti. Qui, in Contrada Omerelli, inizia il viaggio. Perché Napoli è distante dal Titano, perché – a differenza di altri celebri personaggi della letteratura e della poesia (Giosuè Carducci, Niccolò Tommaseo, Giovanni Pascoli), della storia politica (Abramo Lincoln, Giuseppe Garibaldi, Italo Balbo), degli studi giuridici (Vittorio Scialoja, Luigi Zuppetta) e della musica (Agostino Mercuri e Antonio Ghislanzoni) – a essere ascritto all’elenco cronologico dei cittadini onorari della Repubblica di San Marino è un editore.

Nel libro “Ricordi storici della Repubblica di S. Marino” di Marino Fattori del 1869 leggiamo che l’opera è stata stampata nello stabilimento tipografico del Commendator Gaetani Nobile. Sono del 1857 invece i due tomi “Usi e costumi di Napoli e contorni descritti e dipinti”, impreziositi da “50 tavole incise in rame e colorite” da Francesco Pisante e venduti a “12 ducati” ogni volume. Nel primo volume, nella pagina che segue la copertina, troviamo una dedica, scritta di pugno dallo stesso Cavaliere partenopeo, datata “cinque settembre 1866” in cui si legge: “Gaetano Nobile alla eccelsa Repubblica di S. Marino novella sua patria che ripetutamente in lui onorava l’arte tipografica un recente prodotto di questa. In segno di stima e affetto”.

Negli anni tra il 1850 e il 1870 l’editore fece stampare molti classici latini, ma anche una edizione curata de “La Colonna infame” di Alessandro Manzoni. Ma fu per un nome molto conosciuto e caro ai sammarinesi che Nobile ottenne onorificenza. Leggiamo: “..per la bella edizione della storia della Repubblica scritta da (Melchiorre) Delfico”. I due tomi, conservati nella biblioteca di Stato del Titano, sono più precisamente intitolati “Memorie storiche della Repubblica di S. Marino raccolte dal Cav. Melchiorre Delfino”, la prima storia organica del Monte Titano.

L’ascrizione a cittadino onorario della Repubblica ebbe vasta eco a Napoli: il Conciliatore, giornale quotidiano-politico, nel n. 100 dell’anno 1865 – il 10 aprile – annunciava “l’onorificenza di Cav. Uffiziale dell’ordine concessa al Cav. Gaetano Nobile”.

Il bravo Vincenzo Clemente (treccani.it) ripercorre alcuni passaggi importanti: per scrivere il libro, Delfico si mantenne “in costante contatto, per la necessaria documentazione, oltreché con il Fortis, con l’ab. Gaetano Marini ed il conventuale G. B. Bonelli. Si avvaleva anche dei materiali, già raccolti per la compilazione, di Giuliano Gozi. Terminata la stesura nei primi mesi del 1804 nonostante lunghe interruzioni nell’ultimo anno, verso la metà di aprile era a Milano ospite del conte Daniele Felici, ministro degl’Interni della Repubblica italiana, per sorvegliare personalmente la stampa del libro, pronta in agosto. Ne riceveva gli ufficiali ringraziamenti dal Generale Consiglio sammarinese. L’opera, quantunque compiutamente storiografica – priva peraltro di consistenti precedenti – procedeva da una ideale istanza di esaltazione delle libertà politiche confermatesi nella storia della piccola Repubblica, non senza impliciti risvolti di denuncia nei confronti di alcuni momenti della politica papale incline alla sopraffazione”.

L’OPERA DI DELFICO

In apertura, la dedica: “Al General Consiglio Principe della Repubblica di San Marino ed ai Capitani Reggenti (del)la medesima i signori Antonio Onofrio  e Marino Francesconi, queste patrie memorie in segno di rispetto , di gratitudine e di perpetuo attaccamento offre, dedica e consacra. Melchiorre Delfico”.

La prefazione – lasciamo al lettore la curiosità di leggere l’opera – dà bene la misura di come veniva visto il Titano. “…i Governi Umani sono stati sempre i voli delle anime migliori , ancorché non si sia convenuto nella totalità delle idee corrispondenti a tale espressione. Or fra i corpi politici che con più felici sembianze si sono avvicinati a tale specie di governi, è stata opinione di molti, di potervi giustamente annoverare quello della Repubblica di San Marino, rimasta fortunatamente illesa nel generale sconvolgimento di Repubbliche e d’imperi. Libera, tranquilla, inconcussa ed indipendente per una lunga serie di secoli , mostra non solo d’aver risoluto il problema, come un piccolissimo stato possa conservare la sua indipendenza, o il proprio antico e prediletto governo, ma similmente, che in essa sia felicemente adombrato un tipo dei veramente umani governi. Sotto tale aspetto quindi la conoscenza ne diveniva interessante, sì perché mostrava non essere impossibile alla specie umana una tal forma di società, sì perché in essa si potevano ravvisare i primi lineamenti e quasi le archetipo idee di una forma di civile associazione più adattata o conveniente alla specie, e non trovata finora che nelle utopie, o in simili prodotti ed invenzioni dell’umana fantasia”.