“And the winner is… (not) La La Land”

“And the winner is… (not) La La Land”. La notte degli Oscar ha regalato, oltre a tante emozioni, una gaffe che è già storia: il volto imbarazzato di Warren Beatty che passa la busta che avrebbe dovuto riportare il nome del vincitore della categoria ‘miglior film’ a Faye Dunaway. E lei, invece di chiedersi per quale ragione ci fosse scritto ‘miglior attrice Emma Stone’, decreta vincitore ‘La La Land’. Tripudio del pubblico, il cast sale sul palco e il regista inizia a ringraziare. Passano tre minuti poi sul palco accade qualcosa: Brian Cullinan e Martha Ruiz, della PricewaterhouseCooper, depositari delle buste con i nomi dei vincitori per le varie categorie dei premi Oscar, fermano la cerimonia e viene annunciato che il vincitore della categoria ‘Best Picture’ è Moonlight. Il resto, appunto, è storia.

Ovvero: quando scopri che i ruoli secondari, nel cinema, non sono poi così secondari

di Riccardo Belotti

Questo fatto, oltre a entrare negli annali del cinema, ha fatto scoprire al mondo l’importanza di un ruolo secondario che, a quanto pare, secondario non è. Quello dell’azienda che si occupa di gestire lo spoglio delle schede di votazione, la stampa e l’imbustamento delle schede dei vincitori, il trasporto verso il Dolby Theatre e la consegna ai presentatori. Brian Cullinan e Martha Ruiz, hanno rivelato così quanto sia decisivo il lavoro che svolgono (o che, pare, svolgevano) proprio nel momento del più clamoroso degli errori.

Spinti dalla curiosità, basterebbe scorrere i titoli di coda dei film per scoprire le migliaia di maestranze e professioni legate al cinema: da quelle più tradizionali e consuete, a quelle davvero originali e del tutto inattese. Per esempio, a San Marino, Margherita Linares è diventata famosa per aver interpretato il ruolo della ‘manista‘. O meglio: la sua mano è diventata molto nota grazie allo spot ‘Casa dolce casa‘ realizzato per la Banca di San Marino.

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Una mano speciale per lo spot ‘Casa dolce casa’

Originaria di Modena, da diversi anni sul Titano, sposata con Luca Casadei, impegnato come costruttore scenografo con la Filmgood, una casa di produzione cinematografica, Margherita ‘nasce’ come parrucchiera e truccatrice. Prima in un negozio, oggi invece impiegata a tempo pieno sui set dove acconcia attori e attrici e ne cura il make up. Un passo indietro. “La prima volta che ho collaborato con la Banca di San Marino eravamo a Villa Manzoni sul set dello spot ‘Futuro da una vita’, prodotto dalla Filmgood. In quel caso ho pettinato le attrici e ho fatto la ‘manista’ con un passaggio sul tablet. Nello spot ‘Casa dolce casa’ invece Expansion Group cercava una ragazza con delle belle mani e mi hanno chiamato. Quindi, posso confessare pubblicamente: la mano che regge la zolletta di zucchero a forma di casa, è la mia!”.

Prima dello spot ‘finito’ che comparirà sullo schermo, cosa succede dietro le quinte? Margherita Linares, con il suo doppio ruolo di truccatrice-parrucchiera, è la testimonial perfetta. “E’ un lavoro che inizia da lontano. Il direttore di produzione ti dà le indicazioni e a volte lo storyboard. Ma spesso ti capita di sapere molto poco su quello che verrà girato: sul set è il regista che ti da’ i dettagli di come vuole una persona. Teoricamente dovresti già sapere tutto ed essere pronta: hai i contatti con gli attori e le comparse, sai se si tratta di un cortometraggio che occupa una giornata o più settimane di lavorazione. Ho il mio angolo sul set dove preparo l’attore e seguo la scena da vicino, in modo tale che se servissero delle correzioni le possa fare sul momento”.

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Quando tira il vento in cima al Nido del Falco e ci sono 80 personaggi da curare

Tra capelli da sistemare, barbe da tagliare e volti da opacizzare per evitare il riflesso del sudore, Margherita ricorda un aneddoto particolare legato alla sua esperienza professionale. “Stavamo lavorando con la Cinephil e abbiamo preparato una scena di un teaser per il Festival di Cannes ‘Il viale delle rose’. È stato girato tutto in un unico giorno in un unico piano sequenza. Le scene sono state ripetute mille volte. Io e un collega truccatore abbiamo dovuto preparare oltre 80 personaggi. Giravamo al Nido del Falco, era aprile e c’era un vento pazzesco. Le acconciature avevano lo stile anni ’40, perché il teaser era ambientato in quel periodo. Quindi pettinature ‘scolpite’, onde attaccate alla testa. Durante i vari ciak correvamo da uno all’altro degli attori con la lacca per sistemare i capelli e tutti gli attori, per il vento, avevano gli occhi che lacrimavano. Ma alla fine ce l’abbiamo fatta”.

Quando chiediamo a Margherita a quale attore hollywoodiano taglierebbe i capelli, ci pensa un po’, e poi: “Allo scorso Festival di Sanremo ho visto Keanu Reeves sul palco. A parte lo stile un po’ sciatto, aveva capelli troppo lunghi che lo invecchiavano tantissimo. Ecco, a lui un bel taglio non starebbe male”.

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Cinema e pubblicità: quante professionalità

Altre importanti figure professionali ‘dietro le quinte’ nel mondo del cinema e pubblicitario, le raccontiamo insieme ad Expansion Group, l’agenzia di comunicazione che ha ideato gli ultimi due spot per Banca di San Marino: ‘Futuro da una vita’ e ‘Casa dolce casa’. Una conversazione a più voci che ha coinvolto Massimiliano Pancaldi, direttore creativo copy dell’agenzia, Andrea Ligi, direttore creativo art, Alessandro Schiavone, art director dello spot ‘Casa dolce Casa’, e Antonio Fiore, l’art director che ha ideato, insieme al copywriter Max Luzzatti, lo spot ‘Futuro da una Vita’.

Partiamo dal primo spot, ‘Futuro da una vita‘: una produzione, come hanno sottolineato, lunga e complessa. Vediamo perché. “Le situazioni da gestire erano davvero numerose: l’interno della banca con i vari dipendenti, che andavano ripresi in modo che non risultassero statici. All’impiegata allo sportello, quando parla con due ipotetici clienti alla fine dello spot, abbiamo suggerito di appoggiare la penna sul foglio, per far sembrare tutto il più realistico possibile. La ragazza seduta al pianoforte non lo sapeva suonare e Max, che è un pianista molto bravo, le insegnava a fare un movimento fluido, che si sposasse con la sequenza che stavamo girando”.

In questo spot determinante è stata la figura del producer. “Caterina Martini, producer della casa di produzione Filmgood, che ha realizzato questo spot, ha dovuto gestire tutta l’organizzazione, preoccupandosi della logistica e cioè che mentre giravamo una scena, come quella della violoncellista, la location successiva fosse in fase di preparazione. Il regista Stefano Morcaldo ha avuto sul set un ruolo altrettanto decisivo, con un apporto creativo che ha influenzato, oltre che le riprese, anche la fotografia dello spot: Stefano, infatti, oltre che un regista di grande talento è anche un apprezzato direttore della fotografia.”

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Quella decisiva sinergia tra copywriter e art director

In questo spot si è toccato con mano quanto sia decisiva la sinergia che si crea tra copywriter, che si occupa dei testi, e art director, che si occupa della parte visiva. “In questo spot dovevamo comunicare l’esperienza di una banca che non pensa solo agli utili, ma realizza progetti per lo sviluppo della Repubblica di San Marino reinvestendo parte degli utili. Una banca che pone lo sviluppo sociale in cima ai propri obiettivi. Da questo punto di partenza, che abbiamo affrontato con il committente, abbiamo iniziato a lavorare sul ‘come’ rendere questi concetti in immagini, raccontando una storia”.

Si parte sempre dalla carta: senza un progetto disegnato, illustrato, raccontato, lo spot non vedrebbe mai la luce. Dai briefing interni alla crew che seguiva questa produzione, la decisione di mettere insieme diversi gesti: “Quelli più quotidiani, come una persona che fa bancomat, un cliente che vuole capire come i suoi investimenti diventino utili per la comunità. Ecco allora che l’attore inserisce il bancomat nello sportello e poi si vede il vetrino per la ricerca scientifica. O l’apertura della porta di una filiale di BSM si trasforma nell’apertura delle porte di Villa Manzoni, dove hanno luogo gli eventi promossi dall’Ente Cassa di Faetano”.

L’idea viene approvata dalla Banca e a quel punto si coinvolge in primis una casa di produzione, e, in seconda battuta tutte le maestranze che servono: regista, aiuto regista, direttore della fotografia, tecnici delle luci, del suono, macchinisti, scenografo, costumista, etc. E, ovviamente, gli attori che interpreteranno lo spot. “Il regista fa diventare vera l’idea che hai pensato su carta. Lui ci mette la sua sensibilità. È come se affidassero un talento calcistico in erba a un allenatore, per farlo diventare un campione. Stefano Morcaldo ha avuto l’umiltà di confrontarsi con noi, per mostrare la sua visione. Un lavoro quindi condiviso che ha portato ottimi frutti”.

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‘Futuro da una vita’: tutto in una giornata, senza sforare. O quasi

La difficoltà dello spot ‘Futuro da una vita’ era il dover realizzare quasi tutte le scene dentro Villa Manzoni: d’altro canto era il modo migliore per ottimizzare costi, tempi, trasferte. “Il piano produzione partiva alle 7.30 del mattino e finiva oltre 24. Nello stesso giorno abbiamo girato due spot, per la Banca e per l’Ente. Avevamo letteralmente i minuti contati ma abbiamo rispettato la tabella di marcia, sforando di soli 45 minuti. Un successo che condividiamo con la casa di produzione, Filmgood, e con gli attori”. Giusto per dare un’idea quantitativa, il numero di persone e professionalità coinvolte per lo spot ‘Futuro da una vita’ comprendeva 40 nomi, tra Filmgood ed Expansion Group. “Un bell’esercito per uno spot di 30 secondi!”.

Una curiosità: “La scena girata in Banca è stata fatta una mattina presto, prima che la filiale aprisse. I dipendenti si sono prestati molto volentieri sia a ‘recitare’ sia a utiilizzare la loro immagine.

‘Casa dolce casa’: più semplice, a portata di ‘manista’

Più ‘semplice’, invece, la realizzazione dello spot ‘Casa dolce casa‘. Expansion Group si è avvalsa del contributo del motion graphic designer Thomas Righi e della manista Margherita Linares. “Lì l’esigenza era quella di dare uno sviluppo visivo ad un’idea visiva che nasceva per la stampa, quella della zolletta a forma di casa”. Si è immaginato quindi un prima e un dopo: la ‘montagna’, simbolo della fatica di comprare casa, che dopo un breve momento teaser si rivela essere altro: la zolletta di zucchero a forma di casa, appunto. “L’importante di questo spot era mostrare coerenza di inquadrature tra zolletta e mano. Abbiamo giocato sull’ambiguità visiva, evocando qualcosa che ancora non si capisce se è zucchero, sale… Per poi svelare solo alla fine che è zucchero, quindi dolce, come il mutuo che BSM propone”.

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